Potrà sembrare incredibile, eppure è accaduto realmente. Quello che ci apprestiamo a raccontare è un episodio di cronaca avvenuto solo pochi giorni fa. Una donna, profondamente legata al marito detenuto, ha tentato di introdurre sostanze stupefacenti all’interno del carcere. Attualmente si trova agli arresti domiciliari e la droga è stata prontamente sequestrata. Vediamo nel dettaglio come si sono svolti i fatti.
Droga in carcere: cosa è successo
La vicenda si è svolta a Parma, precisamente all’interno della casa circondariale della città . Quello che sembrava un normale colloquio tra detenuto e familiare si è trasformato in qualcosa di ben diverso. La donna, moglie di un detenuto, ha tentato di far entrare in cella non solo della droga, ma anche uno smartphone.

Il carcere coinvolto è quello di via Burla, dove in passato si erano già verificati episodi simili, spesso con la complicità di parenti o conoscenti dei detenuti. Si tratta, quindi, di un tentativo non isolato. In questa occasione, la donna è stata fermata mentre cercava di introdurre circa 40 grammi di sostanza stupefacente.
Più precisamente, si trattava di 40 grammi di hashish destinati al marito, detenuto in un reparto di media sicurezza. Il tentativo è stato sventato grazie all’intervento dei cani antidroga della Guardia di Finanza di Piacenza, che hanno individuato e sequestrato la sostanza prima che potesse essere consegnata.
Quali sono stati gli step successivi?
È stata la Guardia di Finanza a scoprire l’intera vicenda, grazie a controlli mirati effettuati in collaborazione con il personale dell’unità operativa di Parma. L’azione congiunta ha permesso di individuare rapidamente il tentativo di introduzione di droga e di intervenire tempestivamente, impedendo che la sostanza raggiungesse il destinatario.

Grazie alla professionalità degli operatori, il tentativo di far entrare circa 40 grammi di hashish nel carcere è stato bloccato sul nascere. “Il tentativo è stato compiuto da un familiare in visita a un detenuto del circuito di media sicurezzaâ€, si legge nella nota ufficiale diffusa dalle autorità .
Sembra che proprio questo settore del carcere di Parma sia caratterizzato da una presenza particolarmente elevata di detenuti con problemi di tossicodipendenza. Attualmente, la donna responsabile del tentativo è stata deferita all’autorità giudiziaria competente e sottoposta al regime degli arresti domiciliari, in attesa di ulteriori sviluppi.
Un episodio analogo ad Angri
Un fatto simile si è verificato di recente anche ad Angri. Una donna di trentasette anni è stata arrestata dopo che, durante i controlli, è stata trovata in possesso di droga nascosta nelle parti intime. Il tutto è avvenuto mentre si recava al carcere di Cinarola, in provincia di Caserta, per un colloquio con il marito detenuto.

Durante la perquisizione, è emerso che la donna nascondeva 83 grammi di hashish e 1 grammo di marijuana, accuratamente sigillati in un involucro di cellophane e nastro isolante. La scoperta è stata possibile grazie all’intervento di un cane antidroga, addestrato specificamente per individuare sostanze stupefacenti.
Anche in questo caso, la donna è stata posta agli arresti domiciliari. Nel corso dell’interrogatorio, ha dichiarato di essere stata costretta a trasportare la droga, sostenendo che le era stata consegnata da altre persone che l’avevano minacciata qualora non avesse eseguito il compito. Ha quindi affermato di aver agito sotto coercizione.
Cosa rischia chi porta droga in carcere
Introdurre droga in carcere costituisce un reato molto grave, che comporta sempre conseguenze pesanti e sanzioni severe. La normativa italiana è molto chiara a riguardo. Le sanzioni previste variano in base alla tipologia e alla quantità di sostanza stupefacente.

Per le cosiddette droghe leggere, la pena prevista va da due a sei anni di reclusione, accompagnata da una multa che parte da oltre cinquemila euro e può raggiungere importi molto elevati. In caso di droghe pesanti, la sanzione è ancora più severa: si rischiano da otto a venti anni di carcere.
Le multe, in questi casi, possono arrivare fino a trentamila euro. Si tratta dunque di un reato che viene ancora oggi punito con estrema severità , anche grazie all’utilizzo di strumenti sempre più sofisticati per la prevenzione e il controllo. È fondamentale esserne consapevoli e non cedere mai alla tentazione di commettere simili illeciti.