Crollato l’impero romano d’occidente, tutta la
regione limitrofa cioè quella circostante a Roma subì nel corso dei secoli
seguenti un rapido imbarbarimento. Le splendide ville, che caratterizzavano
tutto
l’ager tuscolanus (oggi noto come zona dei Castelli Romani
), vennero via via abbandonate a se stesse perché troppo appariscenti e
soprattutto perché praticamente indifendibili.
Le prime tra questa ad essere abbandonate furono ovviamente quelle demaniali,
tra cui la villa di Caio Passieno Crispo passata al demanio imperiale dopo la
morte di Nerone. La villa dei Passieni copriva un perimetro che comprendeva
tutto l’attuale centro storico di Frascati.
In questa vasta area si formò a cavallo fra il
V ed VI secolo un primo nucleo abitativo fatto di casupole che la tradizione
vuole coperte di “frasche” da cui il nome del luogo Frascata e quindi
Frascati.
È molto probabile che il luogo destinato al
culto fu proprio quello più brutto e meno funzionale per viverci, cioè il
vivarium, ovverosia il punto in cui erano verosimilmente collocate le
cisterne in cui era convogliata l’acqua sorgiva che si trovava nei pressi (
forse a Piazza Paolo III o forse presso Piazza del Gesù) e quella
piovana.
Sul vivarium della villa dei Passieni nacque quindi la prima Chiesa di
Frascata, dedicata a SANTA MARIA ( da cui il nome di S. Maria in Vivario) e nota
nelle cronache del IX secolo con l’appellativo di S. Maria in Frascata o
Domo Vecchio.
Con la definitiva distruzione di Tuscolo e dei
potenti Conti di Tuscolo (1911), la Chiesa passò per volontà di Innocenzo III al
Capitolo Lateranense. Nel 1296 subì notevoli rifacimenti e nel 1305 venne eretto
il Campanile di stile romanico per volontà testamentaria di Andrea di Madio
e Giovanni di Giordano.
A seguito di un ulteriore ingrandimento voluto
da Guglielmo d’Estouteville, Signore di Frascati, e realizzato dal figlio
Gerolamo (1478-1495), la pianta delle Chiesa fu rifatta in stile Basilicale con
tre absidi separati da 10 colonne in ordine ionico. Nell’anno del suo
completamento il 1° Maggio, venne quindi consacrata da Giosuè, Vescovo delle
Puglie, come testimonia la lapide ancora oggi conservata in Chiesa. La lapide
in questione, in realtà, è di epoca successiva al 1495 e ciò è riprovato dal
fatto che in essa è scritto che la chiesa fu consacrata come Cattedrale quando,
in verità, lo divenne molto più tardi: l’11 Gennaio 1538 per volontà del Papa
Paolo III Farnese, titolo, questo, che mantenne anche dopo la costruzione della
nuova Cattedrale di S. Pietro (1636). Si arriva così dopo un lungo periodo d’oblìo,
al 18 Giugno 1656, anno della tremenda pestilenza e del discoprimento delle
immagini dei Santi Sebastiano e Rocco, protettore degli appestati.
Inutile dire
che questa scoperta, del tutto casuale, venne interpretata con un segno
favorevole della volontà divina e d’altra parte, afferma la tradizione, proprio
da quel giorno la peste scomparve definitivamente dal paese, pur continuando ad
imperversare nei paesi limitrofi. Per questa ragione il Consiglio dei
Principali Cittadini, nella seduta del 26 Novembre di quello stesso anno,
dichiarò i nuovi Santi comprotettori di Frascati assieme ai Santi Filippo e
Giacomo. E sempre per la stessa ragione la Chiesa assunse lentamente nel lessico
locale il nome di S. Rocco tant’è che ancor oggi quando a qualcuno si
chiede dove sia S. Maria in Vivario sente rispondersi: “Non lo sò! Mai
sentita nominare ”... provare per credere!
Un ulteriore restauro, che comportò la chiusura
dell’abside a causa delle continue infiltrazioni d’acqua, fu eseguito nel 1740;
l’abside fu poi riscoperta solo nel 1879 e con essa riaffiorarono gli affreschi
dell’Incoronazione di Maria di F. Caiazza da datarsi probabilmente
attorno al XV secolo; restaurata nel XIX secolo è stata da ultimo sottoposta ad
ulteriori lavori di Restauro da Alghisio Torri nel 1968.
Nel frattempo la Chiesa, divenuta Cattedrale nel
1538 e dismessa come tale nel 1680,. Venne istituita come Parrocchia nel 1833,
il che consentì il recupero stesso di S. Maria in Vivario come centro vitale di
tutto il borgo cresciutole intorno durante i secoli.
La mattina dell’8 Settembre 1943 fu devastata
dall’atroce bombardamento a causa delle presenze del comando tedesco del
generale Kesselring: gesto di rappresaglia a seguito dell’avvenuto armistizio
tra le forze armate italiane e quelle alleate. Al termine delle ostilità
belliche, fu però immediatamente ricostruita per volontà della stessa
cittadinanza (1947-1958) e fu poi successivamente riportata al1la sua forma
antica (1958-1969). Nel 1992 è stato inoltre completato il restauro della cripta
oggi perfettamente agibile e visibile. Nel Febbraio 1994 un furto sacrilegio ha
privato S. Maria in Vivario, fra l’altro, delle sue immagini più amate e
venerate: il Cristo ligneo del Crocifisso dell’altare maggiore (del 1700
circa) ed il dipinto della Sacra Famiglia (opera del Salviati del
1550).
Ce l'avete fatta?!...Bravi.
Vi metto alla prova: Come si chiamava Frascati nel VI secolo?...
Qualche altra cosina:
- Il sarcofago paleocristiano che
funge da altare è stato ritrovato nel bosco vicino all’eremo dei Camaldolesi
ed è stato introdotto nella chiesa dopo l'ultima guerra.
- Nel 1867 la cappella di S. Rocco (ristrutturata nel 1713) viene decorata
dai pittori D. Iannetti e
P. Gagliardi.
- L’aspetto attuale della chiesa è dovuto al restauro terminato nel 1495 per
ordine di Guglielmo d’Estouteville.
- Il
campanile di S. Rocco venne costruito nel 1305 ed è probabile che prima di
svolgere il compito di campanile della chiesa fosse utilizzato come una
torre di avvistamento.
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